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Quando correre non è solo “fare i tempi”
 
Cosa potrebbe raccontare una podista di 63 anni? Beh, innanzitutto potrebbe spiegare perché a 63 anni continua a correre, a fare fatica, ad allenarsi tutti i giorni…
Io mi chiamo Carmela, vivo a Como da tanti anni e per me correre significa aver messo qualcosa di speciale in una vita normale. Si, perché la mia vita è normale. Ho lavorato per tanti anni come fanno tutti (e continuo ancora a farlo oggi, malgrado sia in pensione), sono una mamma e sono stata una moglie… insomma, nulla di particolare.
 
A 45 anni, però, ho dovuto trovare qualcosa che riempisse la mia vita. Ho cominciato a correre per caso, inizialmente dovevo solamente sostituire le ore di ginnastica e non perdere le giornate di lavoro… ma da allora non mi sono più fermata. La corsa è diventata la mia compagna, senza fretta, senza dover “fare i tempi” a tutti i costi, è diventata il “mio momento”.
 
Ho cominciato a correre senza orologio, ho rispettato gli orari per una vita al lavoro, quindi mentre corro no! Ogni mattina, alle 6.30 al più tardi esco per una corsetta. Mezz’ora, un’ora, piove o c’è il sole? Non mi interessa, io esco e vado!
Ecco, “esco e vado” è come mi conoscono gli amici che corrono con me (e che fino ad un paio di anni fa facevano fatica a corrermi dietro!).
Vivendo a Como abbiamo la fortuna di correre sul lago, in montagna, su strada o su sentieri nei boschi: questi sono i miei percorsi di allenamento, le mie “tabelle”. Correre su per le mulattiere fino al Castello del Baradello o fino a Brunate, fare un bel giro sul lungolago, andare a Cernobbio o a Laglio … semplicemente dove ho voglia di andare!
 
Ma ovviamente, quando si comincia a correre l’appetito vien mangiando, e così ho provato a fare un po’di tutto. Ho iniziato a correre delle campestri, poi delle corse su strada, sempre più lunghe…
Alla fine, ebbene sì, di gare ne ho fatte anche io (e tante!), ma sempre senza orologio! Quando arrivo al traguardo, tanto, c’è sempre qualcuno che mi aspetta e che mi dice che tempo ho fatto!
 
Io sono calabrese, testona e quando faccio una cosa la faccio fino in fondo!
Allora ho provato anche a fare la maratona…  anzi, in un anno ne ho corse 6 ed ho completato il circuito dei Nobili della Maratona (avevo 55 anni). L’unico rammarico? Io sono piccolina e la maglia che testimonia l’impresa è sempre troppo lunga! E poi, se si corrono le maratone (in quasi 20 anni ne ho corse più di una dozzina), non si può non fare New York. Una persona normale deve fare tanti sacrifici per correre quella gara, quindi, quando sono arrivata sul traguardo di Central Park, mi sono goduta ognuno di quei lunghissimi 42 km.
Altre gare? Si… i campionati provinciali di Mezza Maratona. Sono riuscita a vincerne 3 (l’ultimo, di categoria, ovviamente), lo scorso anno. Anche in questo caso sempre il solito problema con le maglie!  Allora direte: “Carmela, ma quindi sei come tutti! Corri per fare gare e per vincere !”
E io vi rispondo: ”Certo! Corro per fare gare, per vincere la mia categoria, ma soprattutto corro per piacere e per divertirmi, corro per me stessa, perché mi fa stare bene!”
 
Ma correre non vuole dire solo fare gare. Correre vuole anche dire fare delle cose diverse, per gli altri. Lo scorso anno mi è stato chiesto di fare una corsa a tappe da Como a Roma, per beneficenza. Abbiamo corso con i colori de “Il giardino di Luca e Viola”, un’associazione che aiuta i bambini ammalati di leucemia. Siamo partiti da Como in 13, e da un sabato sera a mercoledì non ci siamo fermati, alternandoci di giorno e di notte, una lunga staffetta fino a Piazza San Pietro, giusto in tempo per incontrare Papa Francesco.
Secondo voi, non è un’emozione che vale anche più di 6 maratone in un anno?
 
Insomma, correre significa una mezza maratona a Colico e poi un’abbuffata di pizzoccheri con gli amici che hanno corso con me, significa fare la Pistoia – Abetone (50 km), oppure una semplice corsetta al mattino, tanto per cominciare bene la giornata.  Correre per sé stessi significa mettere qualcosa di speciale nella propria vita normale.
Quest’anno ho deciso una cosa: a Firenze (2014), poco prima del mio 63mo compleanno, avrei corso l’ultima maratona della carriera passando il testimone ad un amico che avrebbe corso la sua prima, augurando a tutti i corridori sulla strada di divertirsi e cantare mentre si corre come faccio io!
 
Ora che Firenze e’ "storia", vedremo se sarà stata proprio l’ultima!
Ciao a tutti!
(Carmela Cuteri)

16/01/2015


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