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Ebbene si, me lo ero fissato come obiettivo e, pur non avendo un allenamento specifico, ho esordito in una 24 ore. E’ accaduto sabato 22 novembre a Montecarlo, in occasione della 9° edizione della “No Finish Line”. Dico che non avevo un allenamento specifico perché, in realtà, le ultime settimane lavorative sono state veramente intense e non mi hanno permesso di seguire il programma che mi ero imposto. In ogni caso ero andato a visionare il percorso alcuni giorni prima e il fascino della gara non mi ha impedito di essere presente al via. Ho corso la mia prima gara un po’ più seria, una mezza maratona, meno di un anno e mezzo fa, ma sono stato subito attratto dalle ultra tanto che dopo aver collezionato tre maratone (Sanremo, Firenze e Montecarlo) a giugno ho esordito nella 1° Ultratrail “La via dei lupi” a Limone Piemonte dove ho avuto l’occasione di correre fianco a fianco con il grande Marco Olmo. Il vivere da vicino le ultra su strada, soprattutto grazie al amico Diego Di Toma (anche lui Happy Runner Club) nazionale azzurro della 100 km, mi ha portato ad iscrivermi a questa 24 ore di Montecarlo. A dare il via, alle 8 di mattina di sabato, è stato il principe Alberto in persona. Il percorso, dove nel frattempo stavano correndo quei temerari della otto giorni, consisteva in un anello di circa 1600 metri sul porto Hercule, davanti alle famose piscine del gran premio di Formula Uno. Parto e continuo a ripetermi che devo andare piano perché la gara è ancora molto ma molto lunga. Alla quarta ora, in maniera alquanto inspiegabile, accuso una crisi di affaticamento ed addirittura un attacco di cistite che per 60 minuti mi crea seri problemi. Secondo Diego, che era venuto ad accompagnarmi, era il sintomo di una preparazione non ottimale, e probabilmente era proprio così. Comunque proseguo e dopo un’ora tutto passa così come era venuto. Alle 14 faccio una sosta di 10 minuti per mangiare la prima pasta della giornata. La settima e la nona ora sono le migliori della gara, mi sento molto bene e procedo senza problemi pur alternando, come da programma, qualche km di corsa a mezzo giro di marcia. Nel pomeriggio vengono ad incitarmi anche mia moglie Simona, mia mamma Paola e mia figlia Marina di quasi cinque anni che fa un giro al passo con me. Alle 19 nuova sosta, questa volta di 30 minuti, per la seconda pasta ed alcuni massaggi. Intanto è arrivata la notte e la temperatura inizia a scendere, complice anche un po’ di vento, inizio ad avvertire i primi dolori alle articolazioni, specialmente alle caviglie. A mezzanotte e mezza mi fermo altri 30 minuti per la terza pasta. Alle 2.30 il dolore alle caviglie, che ormai da tempo mi costringeva a brevi corse e a lunghe marce, aumenta e alle 4 mi costringe ad andare sull’ambulanza dove mi faccio applicare una fasciatura rigida per contenere il gonfiore. Ottengo l’effetto desiderato e riprendo sentendo meno dolore. La sofferenza più grande è stata proprio quella di sapere di avere ancora le forze per correre e spingere ma di non riuscire a farlo per il male alle articolazioni. In ogni caso proseguo altre due ore fino a quando non mi concedo un piatto con patate e carne fornito dall’organizzazione. Alle 6.30 vengo colto da un colpo di freddo e tutto intirizzito entro in auto ed apro il riscaldamento. E’ la prima volta che mi fermo, non per mangiare ma per riposare e per riscaldarmi, in 22 ore e mezza di gara. Inevitabilmente mi addormento sul sedile come un sasso. 40 minuti dopo, però, sento bussare al finestrino e vedo Massimo De Mattia, un altro mio compagno di allenamenti, che è venuto appositamente da Sanremo per correre con me l’ultima ora di gara. Dopo aver bevuto un caffè caldo ed aver mangiato una brioche, che mi ha portato dall’autogrill, eccoci di nuovo sul percorso fino a quando i giudici alle 8 del mattino danno il segnale di termine gara. Alla fine sono arrivato 17° su 35 uomini e 6 ° nella categoria senior. Sono anche soddisfatto dei miei 106 km percorsi che, pur non essendo un grande risultato tecnico, per me sono molti in relazione ai problemi alle caviglie e al fatto che fossi all’esordio e senza un allenamento specifico. Che esperienza ragazzi......la rifarò presto.
 
 
(Federico Marchi)
 


22/11/2008


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