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Corro da circa 6 anni, ho iniziato per scherzo con appena qualche chilometro fino ad arrivare alla maratona (ne ho concluse 10 in 4 anni). Di certo non sono un campione, ma sono caparbio, mi piace fissare obiettivi ambiziosi per raggiungerli a piccoli passi.
La corsa per me è il piacere di sentire il mio corpo rigenerarsi dopo la fatica, la possibilità di rilassare la mente durante le corse (tantissime) solo con me stesso e la felicità di condividere di tanto in tanto tutto ciò con alcune migliaia di altri runners sconosciuti.
Fino a ieri la soddisfazione provata in gara è stata inizialmente quella di concludere la prova (prima la mezza e poi la maratona) e poi quella di migliorare il mio personal best.
Oggi, durante la mia ultima mezza maratona, ho provato un'emozione nuova, addirittura migliore delle precedenti.
Stavo correndo la gara abbastanza rilassato con uno split positivo che mi avrebbe portato a concludere in forte accelerazione (non avevo obiettivi particolari, si trattava di un allenamento per la prossima maratona), la forma fisica era OK.
Ad un tratto ho incontrato un "conoscente", mi sono affiancato e, anziché sorpassarlo sono rimasto insieme a lui per qualche centinaio di metri. Dopo qualche battuta gli ho detto che avrei accelerato, vista la mia partenza tranquilla, e che ci saremmo visti all'arrivo. "Per favore, tirami sino all'arrivo, non sono in condizione..." ha detto lui. A quel punto non ci ho pensato nemmeno un secondo, chissenefrega del tempo finale. L'arrivo in compagnia è stato per me un vero premio, meglio di qualsiasi personal best.

(Carlo Bergamini)
 



20/03/2013


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