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"Devastanti gli ultimi 12 k ma arrivato e felicissimo di avercela fatta".
Dopo un sabato di bel sole e caldo la domenica mattina si propone coperta di nubi alte e ne esce una giornata uggiosa e freschina con la costante presenza di vento contrario. Parto con la compagnia di Oreste che mi tiene appena sopra ritmo le gambe vanno bene e mi faccio trainare volentieri fino al 10°, dove lo saluto per prendere il mio passo più tranquillo. Bello tosto il chilometro 14 una salita ripida che ci riporta sulla Gardesana in direzione nord per ripassare Malcesine. Da "pianurista" spero che non c'è ne siano più, ma non sarà così, le salite anche se meno intense sono parte di tutto il percorso della maratona e le discese non ti danno modo di riprendere velocità perché è sempre presente vento contrario a tratti decisamente fastidioso.

 

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Dopo il 25° mi ritrovo a correre quasi in solitaria a salire con il vento che sferza e da dietro mi raggiunge una tedesca con marito in bicicletta al seguito e...non mi passa! Si piazza dietro e mi lascia tirare un po'. Dopo un paio di inviti non recepiti decido di rallentare e farmi passare e mi piazzo io dietro la bici trovando riparo, poi la strada inizia a scendere e lei da di gamba e mi distanzia, dopo un km si ferma con il marito a fare il loro ristoro personale e la passo. Al 29°, in prossimità di Torbole, sul piano lungolago mi si rimpiazza dietro per non sentire il vento ma stavolta ciao ciao, mi sposto subito dall'altro lato della strada: per te é lo sprint per l'arrivo io ho ancora 12 km da fare e saranno i più duri! 

Vedere l'arrivo sapendo di dover fare ancora più di un quarto di strada non è per niente carino se poi aggiungi che il ristoro dei trenta è di fronte al ponte sul Sarca, ovviamente in salita, diventa tutto psicologicamente destabilizzante la crisi alimentare mi porta a servirmi di tutto ciò che trovo sul tavolo, non molto: un po' di banana, mezza mela, bicchierino di sali e bottiglietta di acqua consumo camminando sul ponte e li mi accorgo che il forte vento è freddo e cerco di darmi una mossa per riprendere il prima possibile, ma in quei pochi minuti i muscoli si sono ghiacciati e appena cerco di riprendere... crampo a destra, mi avvicino alla balaustra e... crampo alla sinistra, attimi di panico; a pendolo come un pinguino arrivo ad agganciarmi al parapetto e stendo le gambe devo uscire da questa impasse o mi congelo qui sul ponte. Pian piano un passo dopo l'altro riesco a togliermi di li è riprendere a correre anche se con il terrore che i crampi possano ritornare.


La discesa, di due km, finalmente senza vento, aiuta a non fermarsi e a riscaldare le gambe. Poi inversione e ritorno in salita in un tunnel con la scarsa visibilità e lì fotogrammi dal film "Stati di allucinazione". All'uscita ne mancano otto quattro a salire la valle e poi a tornare al lago; sul falso piano alterno 800 corsa 200 camminata non ne posso più di salire poi si gira lungo il fiume si scende il poco vento almeno questa volta è a favore: vai facciamoci portare 4 3 2 poi l'ultimo km corso sulla botta di adrenalina dell’arrivo di sapere che anche stavolta porti a casa la pellaccia e almeno per oggi la gloria, la medaglia, essere un Finisher con la gioia e la felicità del maratoneta, di un maratoneta HAPPYRUNNER.
STE=)RunR

 



16/10/2013


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