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8 GIORNI DI MONTECARLO
NO FINISH LINE

Correre per otto giorni in un circuito di poco più di un chilometro e mezzo, e vivere li ogni momento della giornata, prepararsi da soli la colazione, i rifornimenti e il pranzo, cenare nel tendone centrale con gli altri atleti, sottoporsi ai massaggi, dormire in tenda....beh non è una gara ma un’avventura, ve lo posso assicurare ! Per una serie di situazioni, soprattutto avendo a disposizione un lungo periodo di ferie, avevo deciso di iscrivermi all’ultramaratona 8 giorni di Montecarlo dal 20 al 28 novembre. Sono così riuscito a svolgere una bella preparazione che mi ha dato fiducia, nonostante una tendinite che mi ero procurato ad inizio ottobre giocano a pallone in spiaggia (!!!). Un mese prima della gara ho fatto l’ultimo lungo di 60 km, poi tante uscite quasi ogni giorno ma senza mai superare i 20 km. Il circuito di gara, precisamente di 1626 metri, era interamente sul porto Hercule, a poca distanza da dove passano le auto di F1. Tra l’altro l’evento, chiamato “No Finish Line”, aveva una finalità benefica, con organizzatori e sponsor che si impegnavano a versare 1 euro per ogni km percorso da tutti i partecipanti (alla fine si conteranno 5364 iscritti). Madrina e starter d’eccezione la Principessa Stéphanie di Monaco. Essendo alla mia prima esperienza in una gara su più giorni, e non conoscendo quindi la mia capacità di recupero giorno su giorno, mi sono imposto un programma prudente che prevede di correre non più di una cinquantina di km al giorno, con l’obiettivo di coprire negli 8 giorni l’equivalente di 8 maratone. Ho così deciso di dividere la mia giornata in tre tappe di corsa, per coprire ogni volta 17 km circa (alla fine però concentrerò il tutto in due frazioni da 20 e da 30 km). In più, essendo l’aspetto psicologico forse ancora più importante di quello fisico, mi sono posto degli ipotetici traguardi mentali ogni tre giri, quindi ogni 5 km circa. I primi sei giorni vanno bene, tanto che tengo una buona media con queste progressioni: 55, 50, 54, 53, 53 e 50 km. Il settimo giorno però vado in crisi articolare, con le caviglie che mi si gonfiano ed una dolorosa infiammazione alla pianta dei piedi, soprattutto ai talloni, che mi obbliga a sostituire con la marcia alcuni tratti di corsa. Così il settimo giorno non riesco a fare di più di 27 km. L’unica consolazione era stata quella di aver raggiunto il mio obiettivo delle 8 maratone addirittura con un giorno d’anticipo sul programma. A quel punto credevo di aver ormai poco da dire alla mia gara. In più l’indomani, ultimo giorno di gara, piove come ha già fatto altre due volte in settimana. Parto marciando, poi incredibilmente inizio senza neanche accorgermene a correre. Presto arrivano i 360 km, poi dopo poco supero i 370. Io sono il primo ad essere stupito da come riesca a correre e da come la mia mente non abbia alcun cedimento. Probabilmente l’adrenalina dell’ultimo giorno di gara non mi fa più sentire il dolore e mi dice di proseguire fino al termine. Allora punto tutta la mia determinazione sul traguardo dei 380 km. Insomma alla fine, con i 45 km dell’ultimo giorno, chiudo con 387,236 km, che vuol dire più di 9 maratone. Nelle ultime ore riesco anche a guadagnare tre posizioni in classifica, sono 35° assoluto sui famosi 5364 (anche se, in verità, a correre la gara in maniera più agonistica per tutti gli 8 giorni sono stati in 160 circa), e 2° di categoria tra gli 884 senior. Ma questo conta poco, l’importante è che sia riuscito ad arrivare in fondo e che anche mentalmente io abbia retto combattendo con la fatica, i dolori articolari, il freddo, l’umidità, la pioggia ed una sera anche con la grandine. Se però sono riuscito in tutto questo è solo grazie alla vicinanza di tutti i compagni dell’Happy Runner, della Sanremo Runners e di tutti gli amici che mi sono stati vicino venendomi a trovare ed incitare sul percorso. E’ come se la 8 giorni l’avessero corsa tutta anche loro. Il momento più bello della gara sono stati gli 11 km che ho corso insieme a mia figlia Marina di 7 anni. Il momento, invece, più comico/drammatico è stato quando alla fine, mentre tutti gli atleti si riunivano nel piazzale per la cerimonia di premiazione con il Principe Alberto di Monaco, io non ho capito che la gara era finita ed ho continuato a correre da solo su un circuito ormai vuoto per altri 3 km !!!
Federico Marchi



07/12/2010


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