vedi tutti

Marathon des Alpes Maritimes – Nice-Cannes – 08 novembre 2009

Una maratona a due passi da casa può essere un vantaggio oppure uno svantaggio, dipende da molti fattori, sia in un caso che nell’altro. Cominciamo con un fattore vantaggioso: sabato 7 novembre ho preso il mio scooter e mi sono recato a Nizza (50 km) per visitare il villaggio maratona e ritirare il mio pettorale (4930). Dopo un bel giro nel villaggio, ho fatto anche due passi per le vie di Nizza e poi sono tornato tranquillamente a casa per l’ora di pranzo. Passiamo ora ad un particolare non molto vantaggioso: la conoscenza pressoché millimetrica del percorso…
Ma ora cominciamo a parlare di cose serie. Mi sono allenato piuttosto bene e coscienziosamente, anche se nelle ultime due settimane ho dovuto limitare le uscite per un fastidioso torcicollo. Ho seguito i consigli di Matteo Merati, e se non lo avete mai fatto, vi consiglio di contattarlo; mi sono stati molto utili. Colgo anche l’occasione per ringraziarlo e per dargli appuntamento alle mie prossime richieste.
Altro svantaggio è quello che, anche se sei abbastanza vicino al luogo della partenza, comunque ti devi svegliare presto. Infatti levataccia alle cinque del mattino, “vestizione”, colazione; tutto nel più rigoroso silenzio per non svegliare nessuno e partenza; questa volta in macchina con destinazione Nizza. Parcheggio convenzionato, borsa con i vestiti i ricambio per l’arrivo e corsetta di riscaldamento per le vie quasi prive di traffico, (domenica mattina ore 7 circa) ma pullulanti di maratoneti, tutti con la borsa di nylon uguale, fornita dall’organizzazione per consegnare i vestiti alla partenza e ritrovarli all’arrivo.
Dopo la consegna, c’è ancora il tempo di fare un po’ di stretching e poi è quasi ora di immettersi nelle aree riservate per la partenza, che è disposta per le ore 8. Io ho il pettorale con il palloncino blu (3h 30). La partenza è sulla famosa Promenade des Anglais, la strada che costeggia le spiagge di Nizza, con i suoi begli alberghi lussuosi, il casinò, ecc. Partenza congestionata, (gli iscritti hanno superato le 10000 unità) ma comunque si corre di buona lena (4’ 48”). Il tempo (atmosferico) non è bello, il cielo è grigio, ma la temperatura è buona per correre. Si intravede verso Cannes qualche sprazzo di cielo sereno, ma sarà solo un illusione.
Devo dire che mi sento bene, il torcicollo è soltanto un ricordo e riesco a spingere bene ed i primi cinque chilometri passano piuttosto in fretta. La Promenade des Anglais è finita e ora costeggiamo l’aeroporto uscendo dal comune di Nizza, e attraversato il fiume Var (antico confine tra Italia e Francia) entriamo nel comune di Saint Laurent du Var (appunto). Proseguiamo costeggiando sempre il mare e al decimo chilometro un runner che mi correva accanto, mi chiede il tempo trascorso finora, perché il suo crono stava facendo le bizze e non riusciva più a leggere il display, così guardo il tempo: 46’19”! Ho strabuzzato gli occhi per vedere se era realmente il tempo ed ho cominciato a pensare: “Ma non stai andando un pochino troppo forte?”. A questo punto ho deciso di tirare i remi in barca (visto che siamo proprio sul mare) e di andare più lentamente, nonostante mi sentissi bene. In realtà mi sembrava di andare più piano, anche perché il cardio non mi aiutava (passava da 44 battiti a 266) a causa della presenza di tanti cardiofrequenzimetri tutti uno vicino all’altro, e gli altri concorrenti che correvano accanto a me mi trascinavano, come succede sempre, VERSO L’IGNOTO. Oltretutto la mia buona conoscenza del percorso mi faceva ben sperare.
La cittadina seguente che attraversiamo si chiama Cagnes sur Mér, e qui passiamo a fianco all’Hyppodrome de la Côte D’Azur, e in questo tratto di strada si sono date appuntamento molte persone che ci incitano e ci incoraggiano con tanti “Bravò” “Magnifique” “Allez”. Qui noto per la prima volta un posto di cambio per la maratona a staffetta. Finora non mi ero accorto di questa cosa, anche se avevo visto alcuni corridori con uno strano pettorale colorato di blu: erano gli staffettisti.
Comunque la mia gara procede, e da un ristoro (banane, che ho mangiato a volontà, arance, zollette di zucchero, acqua coca cola e bevande isotoniche), a uno spugnaggio, i chilometri passano e siamo al tredicesimo; comune di Villeneuve-Loubet, dove prima, con una curva secca a 90° verso destra ci fanno entrare in un quartiere residenziale con tante villette dalle quali tutti ci salutano festosamente (qualcuno è salito anche sul tetto), un signore che con la sua tromba suona il famoso brano del film Rocky; e dopo torniamo a correre in riva al mare e costeggiare alcuni palazzi a forma di semicerchio, chiamati anche palazzi a vela, oltrepassati i quali siamo al quindicesimo chilometro allietati da musica da discoteca a tutto volume e da uno speaker che ci invita a ballare, così tutti muoviamo le braccia a tempo di musica.
Usciti da questa atmosfera festosa, alzo la testa, guardo avanti e vedo il “meneur d’allure” delle 3h 15; e qui mi risuona di nuovo in testa la fatidica domanda: “Ma non starai andando troppo forte?”. A questo punto decido di vedere come procede fino alla mezza e poi si vedrà. So che il 21° chilometro è quasi ad Antibes, e lo vedo là davanti, perché conosco la costa, ma è ancora così lontano che sicuramente non lo sto vedendo ad occhio nudo!
Comunque ci arrivo in 1h 38’ 46” e a questo punto sono convinto di andare troppo forte! In più c’è un passaggio che non avevo previsto; ci fanno costeggiare dal lato mare il Fort Carrè, una fortificazione ubicata proprio in riva al mare, ma per accedervi si deve affrontare una rampa in salita, non lunga ma abbastanza ripida, che lascerà un segno. Qui la presenza di turisti italiani è numerosa, anche in questa stagione, e all’ingresso di un portico, ad Antibes, due bambini dicevano a quasi tutti quelli che passavano “Italia Uno”, così quando gli sono passato accanto, e lo hanno urlato anche a me, mi sono girato e gli ho detto: “Viva l’Italia!”. Sono stato incitato ed applaudito come se fossi stato Baldini (mi perdoni il paragone!!!). 
Ora i miei tempi al chilometro si sono stabilizzati intorno ai 5’, ed è un’andatura che mi sta bene, anche se dopo un’altra rampa in salita, meno ripida, ma molto più lunga, un tratto in discesa, uno zig zag per seguire l’andamento della costa del Cap D’Antibes, e il passaggio a Juan Les Pins comincio a sentire che le gambe sono un tantino rigide e siamo quasi al trentesimo chilometro.
Adesso si riesce a vedere tutta una baia molto ampia, il Golfe Juan,  che una volta attraversata ci catapulterà negli ultimi due chilometri.
Inutile dire che le gambe dure, passo dopo passo si indurivano sempre di più, e che a volte avevo quella sensazione che si ha in alcuni sogni in cui si corre per fuggire da qualcosa o qualcuno che ci insegue, ma nonostante le gambe si muovano, si rimane sempre fermi nello stesso punto. Ho cominciato a capire che per le tre ore e mezza che mi ero prefisso, non c’era più niente da fare, ma ho deciso comunque di arrivare in fondo, camminando anche per alcuni tratti. Avevo ricevuto un bellissimo zainetto, alla consegna dei pettorali, ma volevo anche la t-shirt FINISHER e la medaglia. Al 38° km mi hanno raggiunto i compagni di corsa che non vorresti mai ti raggiungessero: il signore e la signora CRAMPI!!! Così ho stretto i denti e ho deciso di camminare gli ultimi due chilometri. Ero un po’ deluso per non aver potuto tenere fede al tempo che mi ero prefisso, ma ho avuto una soddisfazione immensa negli ultimi 500 metri. Sul pettorale, oltre al numero c’era stampato anche il nome, così faceva bella mostra sotto il numero una bella scritta: PIERFRANCO. Non vi dico l’emozione che ho provato camminando tra due ali di folla che dalle transenne urlavano il mio nome seguito da incitamenti, incoraggiamenti, complimenti, applausi. C’erano decine di colleghi che mi superavano correndo, qualcuno mi dava una pacca sulla spalla di incoraggiamento, ma il beniamino del pubblico ero io, nonostante gli altri andassero più veloci di me. E’ stata l’ennesima bellissima esperienza legata alla corsa.
Taglio il traguardo in 3h 49’ 22” (real time) , 3h 49’ 55” (tempo ufficiale) ma mi sembra quasi di aver vinto la gara.
L’unica cosa di cui posso lamentarmi, e come me penso avranno fatto quasi tutti i partecipanti, è stata la scelta di ubicare la struttura dove venivano riconsegnati i vestiti in mezzo al passaggio per la zona dove distribuivano la pasta e dove c’era il ristoro di fine gara. Siamo stati ammassati come un gregge di pecore per più di mezz’ora, tutti sudati al freddo, e per fortuna non pioveva, e all’aperto ad aspettare il nostro turno per recuperare le borse, pestandoci i piedi per far passare chi andava a rifocillarsi o chi aveva appena recuperato la sacca e doveva percorrere la coda al contrario per poter andare via.
Comunque la pasta al sugo non era male, tenuto conto che siamo in Francia. E ora, tutti coloro che avevano la macchina a Nizza, si sono diretti verso la stazione ferroviaria di Cannes, dove esibendo il pettorale della gara avevi diritto al viaggio in treno gratis. Giunto a Nizza ho recuperato la macchina che era nel parcheggio convenzionato accanto alla stazione e ho pagato soltanto 5€, anche qui esibendo il pettorale.
A casa mi aspettavano le mie due supermegafans che avevano avuto mie notizie via sms.
Buona corsa a tutti e alla prossima.
(Pierfranco Guglielmi)


08/11/2009


Per lasciare un commento devi essere un utente registrato

commenti [0]

 
D L M M G V S
  01 02 03 04 05 06
07 08 09 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30        
 

I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi. Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. OK