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Trail des Merveilles – Breil sùr Roya (F) – 4 marzo 2012

La mia ultima gara è stata circa tre mesi fa, forse per pigrizia, per il freddo (che poi non c'è stato per quasi tutto l'inverno), forse per evitare di forzare durante la “preparazione” per la maratona di Milano è da prima di Natale che non mi cimentavo più in competizioni.
L'occasione si è presentata con questo trail primaverile di 20 chilometri, con un dislivello positivo di 1400 metri; 800 circa dei quali distribuiti nei primi 5 chilometri! Sono stato invitato ad iscrivermi da due cari amici: Alessio e Stefania con i quali spesso mi ritrovo ad allenarmi, e che stanno cercando in ogni modo di farmi intraprendere la carriera di triatleta; disciplina che loro praticano già. Non potrò proporli come happy runners, perchè sono iscritti ad una società locale, ma prometto che ci proverò. Ovviamente non sono soltanto compagni di allenamento e di gara, ma decisamente molto di più. Sono reduce da uno stop per un fastidioso mal di schiena che, facendo il marmista, ogni tanto viene a trovarmi... e che mi ha fatto rinunciare ad un altro trail a Laigueglia.
Breil sùr Roya è un paesino della Valle Roya lungo la strada del colle di Tenda a circa 300 metri di altitudine sul livello del mare. Molto attivo sia dal punto di vista sportivo che culturale con svariate manifestazioni durante tutto l'anno.
Non essendo lontano da casa possiamo permetterci di partire verso le 7:30. Man mano che raggiungiamo i vari punti di incontro, conosco anche alcuni nuovi amici che correranno con noi o che sono venuti per sostenerci.
La partenza è prevista per le 9, ma si partirà alle 9:30 per permettere a tutti gli iscritti (più di 200) di ritirare il pettorale e la bottiglia di vino offerta dall'organizzazione. L'atmosfera è (come sempre) cordiale, e ci si sente subito a proprio agio.
La giornata è un po' grigia, ma la temperatura è buona per correre, anche se c'è parecchia umidità nell'aria. Partenza e arrivo sono posti nel piazzale attrezzato per i festeggiamenti estivi, a bordo del piccolo lago artificiale sotto una tensostruttura con i cigni e gli altri uccelli che dal lago ci guardano incuriositi e forse anche stupiti da tutta questa gente vestita di colori sgargianti, con bastoncini e zainetto sulle spalle.
Con Alessio abbiamo deciso di fare la gara insieme e supportarci a vicenda. Stefania andrà con più calma per non forzare la sua caviglia. Il primo tratto del percorso è su asfalto, e appena partiti cominciamo a salire regolarmente. Dopo circa un chilometro, l'asfalto diventa sentiero, e le pendenze iniziano a diventare importanti. Ci si inerpica su uno zig-zag che ci porta rapidamente (ma non troppo) in quota. Le parti di corsa diminuiscono e lasciano il posto ad una processione che un passo dopo l'altro, con o senza bastoncini e in fila indiana, arranca. Ogni tanto il terreno spiana leggermente e si possono anche abbozzare alcune decine di metri correndo, ma non si guadagna poi molto terreno rispetto alle energie che si impiegano.
Una volta raggiunto il crinale percorriamo una traccia di sentiero che corre a cavallo tra le due vallate. Un gradino dopo l'altro ci concentriamo su dove mettere i piedi, ma anche sullo splendido colpo d'occhio sulla valle Roya.
Saliamo fino sopra a quota 1000 metri per scoprire che abbiamo fatto un giro in cima ad un cucuzzolo per tornare a scendere dove eravamo passati due minuti prima. Naturalmente chi ci ha visto scendere non ha pensato neanche lontanamente di salire in cima, e ha deviato prontamente verso la prima discesa.
Il tratto più divertente è la discesa ripida tra le rocce e gli arbusti (vedi foto) che ci porta verso uno stradone che ci condurrà al ristoro posto intorno al sesto chilometro. Uno spettacolare rompicollo dove con Alessio ci siamo divertiti a saltare da una pietra all'altra facendo attenzione soprattutto a non cadere.
La strada sterrata seguente è risultata un po' più noiosa, e, visto l'impegno profuso nella prima parte di gara, ci siamo lasciati andare e abbiamo corso in scioltezza in direzione dell'abitato di Piena Alta (Piene Haute) che abbiamo poi soltanto sfiorato, mantenendoci più o meno sempre in quota. Vista la scarsa presenza di asperità ci siamo rifocillati un pochino e abbiamo bevuto. C'è stata anche l'opportunità di parlare con qualche altro concorrente mentre si correva affiancati, anche se con Alessio non abbiamo quasi mai rinunciato a parlare tra di noi. All'arrivo ci hanno pure detto che mentre si saliva per quel sentiero ripido da davanti si sentivano solo le nostre voci!
Seconda mazzata della giornata: altro segmento in salita con gradoni di varia altezza (benedetti bastoncini). Ho le braccia che non le sento quasi più, ma sto risparmiando debitamente le gambe.
Sicuramente è l'ultimo strappo, comunque conteniamo l'entusiasmo, anche perchè non si intravedono ancora le case di Breil, dove dobbiamo tornare.
Infatti dobbiamo cimentarci ancora in un tratto di discesa su strada sterrata, dove si avvertono i primi malesseri alle gambe, e proprio quando siamo sull'orlo dei crampi ai polpacci (che abbiamo lenito camminando per alcuni tratti all'indietro), ecco apparire alcune abitazioni. Tracce di civiltà! Vuol dire che siamo quasi al traguardo. Non ci poteva essere sorpresa migliore che l'antica mulattiera che scende verso il fondo valle.
Ora mi resta soltanto un ultimo imprevisto. Mentre saltello sulle pietre disposte precisamente a formare dei lunghi gradini, impatto con il piede destro contro la radice di un albero che sporgeva dal terreno, perdo l'equilibrio e mi sbilancio in avanti. Con la forza della disperazione, raccolgo tutte le energie che mi sono rimaste e lancio in avanti la mano destra chiusa a pugno per tenere stretti i bastoncini, che in questo momento non sto usando, per cercare di non cadere a terra. Il metallo dei bastoni produce un suono molto forte e Alessio che era qualche metro più avanti di me mi urla con voce allarmata: “Pier? Che succede; tutto bene?”. Concentrandomi sugli addominali, anche grazie alle lezioni di pilates che sto frequentando, e che consiglio a tutti i runners, e grazie all'appoggio della mano a terra, dopo aver percorso qualche metro tutto reclinato in avanti con il rischio di rotolare fuori dal sentiero, riesco a raddrizzare la schiena e a ritirarmi in posizione eretta e tranquillizzo Alessio dicendogli che è tutto a posto.
Il cuore sale a mille, e ho bisogno di alcuni minuti per rientrare nei ranghi dopo lo spavento, ma ormai mancano meno di due chilometri all'arrivo, e non posso mollare. Mentre corriamo do un'occhiata al guanto rosa della mia mano destra e vedo che sull'indice è apparsa una macchia rossa di sangue, ma girata una curva vediamo in basso il lago artificiale, le case, la chiesa di Breil e dimentico tutto. Compiamo il nostro ultimo sforzo, accompagnati dalle urla dei genitori di Alessio e quelli di Stefania che ci aspettano prima dell'ultimo tornantino. Attraversiamo il traguardo insieme dandoci la mano e alzando le braccia al cielo, stanchi, emozionati e contenti di aver condiviso dal primo all'ultimo metro di queste 2 ore e 25 minuti.
Sudati e provati ci dirigiamo quasi subito alla macchina per cambiarci, non prima di aver mangiato qualcosa; tra cui delle stupende albicocche secche, e bevuto per recuperare parte dei liquidi persi.
Tolti i vestiti sporchi torniamo rapidamente verso il traguardo perchè dovrebbe arrivare Stefania. Non dobbiamo attendere molto, e dopo aver applaudito l'arrivo di alcuni altri concorrenti eccola apparire. Preparo la macchina fotografica per immortalare i suoi ultimi passi, e mentre lei taglia il traguardo sorridente e soddisfatta, e va a cambiarsi e riposarsi qualche minuto io approfitto del “repas” (pranzo) messo a disposizione dall'organizzazione. Mi sono gustato un piatto di pasta al sugo cotta (o meglio “scotta”) alla francese, insalata mista con tonno e piselli, formaggino “camembert” e macedonia di frutta. Commenti, programmi futuri, prossime gare, impressioni sulla gara appena conclusa, accompagnano il pasto e il rientro verso casa.
Come sempre, buone corse a tutti e alla prossima.
Pier Guglielmi.

 



14/03/2012


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