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TOUBKAL MARATHON, 42 KM, 3313 D+

Giovedi 7/10/10: il giorno della gara. Sveglia ore 4:30, colazione con pane e marmellata e partenza alle ore 6:00, puntualissimi. Si parte con il buio, ma dopo i primi due tornanti fuori dal villaggio, e’ subito l’alba. Mi accorgo quasi subito di essere tra gli ultimi. Sono tutti partiti di buon passo. Perdo anche i miei due compagni di viaggio un po’ per il buio un po’ perche’ eravamo tutti vestiti quasi uguali. La prima salita e’ relativamente tranquilla: circa 750 metri di dislivello fino ad un primo scollinamento. Salgo con Stefano, ragazzo piemontese. Mi dice che punta alle 11 ore. Io dichiaro di voler fare un po’ meglio ma l’inesperienza mi consiglia di partire tranquillo: la strada e’ lunga. Quando gli dico che questa gara e’ il mio primo trail in assoluto mi dice: “ora che sei passato alla droga pesante non la lascerai piu’ !!”. I 5 km successivi sono in leggera discesa, vegetazione molto rada. Si vedono intorno a noi le prime cime anche se siamo ancora sotto quota 2500 m. Arriviamo al Rifugio Tamsoul, primo ristoro.
Dopo il rifugio, una salita in una gola stretta e grigia con una bellissima cascata sulla destra. Mi fermo anche per fare qualche foto. Arrivati a quota 3000 circa un breve tratto in piano ed ecco comparire di fronte al nostro cammino la gola nera e buia dei “100 tornanti urlanti”. Salita secca di 500 m D+ che ci porta a 3557 m alle colle di Aguelzim. Nell’ultimo tratto mi fermo a mettere la giacca a vento. Mi passano anche un paio di muli !! Sono rimasto solo, Stefano e’ un po’ indietro e ho perso ogni traccia di Fabio e Gianluca.
Dopo lo scollinamento, un tratto in leggera discesa, qualche curva ed ecco di fronte a noi la cima del Toubkal. Mi sembra di stare bene, anche se inizio a sentire la stanchezza e la fame. Arrivo al rifugio Toubkal (3160 m slm) dopo 4.30 ore circa di gara. Secondo ristoro, sosta di 10’ circa, metto un po’ di acqua nella borraccia. Chiedo ai volontari del ristoro notizie sulla salita che mi aspetta: un paio d’ore, 1000 metri dislivello in poco piu’ di 2.5 km!!
Parto con Walter, incontrato poco prima del rifugio, e facciamo insieme i primi tratti di salita verso la vetta. Il sentiero e’ durissimo: sassi, pietre e ghiaioni. Non riesco a tenere il passo di Walter e mi ritrovo ancora solo. Mentre salgo incrocio gli altri concorrenti che scendono. Questo tratto e’ infatti l’unico del percorso che si fa sia in salita che in discesa.
I primi sono pero’ gia’ passati !! Scopriro’ infatti piu’ tardi che il vincitore e’ arrivato al traguardo in 5h05’ ... cioe’ quando io stavo attaccando la salita. Salita piu’ dura di quanto pensassi. Fatico molto. Le racchette mi aiutano un po’. La schiena comincia a fare male, ogni 10 passi mi fermo. Arrivo al colle subito sotto la vetta, dove si e’ posizionato il medico: due battute: “come stai”, “tutto bene, vado in cima !!”. Ghiaione finale, circa 200 metri dislivello. Sono gia’ passate due ore da quando ho lasciato il rifugio. Per chi conosce il film “Il Signore degli Anelli”, mi sembra di essere Frodo quando sale sul vulcano di Mordor. Rocce nere, completa assenza di vegetazione.
Incrocio Gianluca e Walter, che mi incitano. Ho sempre piu’ difficolta’ a stare in piedi: in alcuni tratti “barcollo”. Ecco la vetta: 4167 metri slm. Sono passate 7.5 ore dalla partenza. Foto di rito, qualche minuto di riposo e una battuta con Marco Zarantonello, quest’anno “controllore” in vetta e nel 2009 terzo al traguardo in 6h46’.
Inizio la discesa e sui primi ghiaioni cado subito parecchie volte, rallento. Arrivo a quota 3800 circa dal medico e scopro di essere l’ultimo: infatti il dottore scende con me fino al rifugio facendo da servizio “scopa”. Arriviamo al rifugio (2° passaggio) alle 15:00, nove ore dalla partenza. Il medico si ferma; aspetta i muli e gli altri volontari per tornare alla base con il materiale.
Mi aspettano ancora 14 km circa di discesa (da 3160 a 1700). Saluto il ragazzo marocchino del ristoro, gli regalo le racchette anche per alleggerirmi un po’ e mi incammino sulla via del ritorno. Lunghi tratti in falsopiano in discesa in una bella valle che, scendendo, oltre al nero e rosso delle rocce mostra anche un po’ di verde: un po’ corro un po’ cammino. La stanchezza e’ tanta.
Dopo l’ultimo ristoro (a circa 8 km dall’arrivo) raggiungo due ragazzi italiani dell’organizzazione (Aurelio e Fabrizio). Hanno dormito al rifugio, sono saliti in vetta per verificare i passaggi e ora stanno tornando al villaggio. Gli chiedo di “scortarmi” fino a Imlil. Ho bisogno di compagnia e di supporto. Le forze cominciano a mancare; mi accorgo di essermi mal alimentato. Sono ormai 10,5 ore che sono in giro.
Prima di arrivare negli ultimi villaggi sopra Imlil, ancora una pietraia lunga circa 500 metri nel letto di un torrente ormai asciutto. Alle prima case veniamo circondati dai bambini appena usciti da scuola. Corrono con noi, alcuni in ciabatte. Gli ultimi 500 metri, nelle strade del paese di Imlil, sono emozionantissimi: tutti i passanti mi incitano “ Allez le marathon, allez “.
Quando entro nel giardino dell’Hotel Cafe du Soleil, l’arrivo, vengo festeggiato come fossi un vincitore. Ultimo in classifica (65°) in 11 ore e 25’ circa.
Nico, microfono alla mano, mi chiede qualche battuta a caldo. “Grande durissima giornata!!!”  (Paolo Talenti)



14/10/2010


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