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Trail Alta Valle Argentina – Molini di Triora – 19 giugno 2011

Erano alcuni anni che non partecipavo ad una gara di trail, l'ultimo che ho fatto è stato nel 2006. Poi, recentemente mi sono allenato su terreni “off road”, e adesso ho ripreso a frequentare questa specialità che mi piace molto. Mi sono ritrovato a parlare con una collega runner che incontro spesso durante le mie corsette serali, che mi ha detto: “Perché non vieni a farlo? È alla prima edizione, e poi è per una buona causa, parte del ricavato viene destinata alla lotta contro la Sclerosi Laterale Amiotrofica”.
Così la voce si è sparsa e ho provveduto all'iscrizione, sapendo che l'alta Valle Argentina ha un territorio particolare, e molto pittoresco, con tanti paesini abbarbicati sulle colline.
Alla fine ci siamo ritrovati in quattro (dei sei amici iscritti), perchè due hanno dovuto rinunciare per problemi di mal di gola e influenza. Siamo giunti alla partenza verso le otto, in modo da non avere problemi di parcheggio, e coda al ritiro dei pettorali. Io avevo il numero 52, forse il pettorale più basso di tutta la mia modesta carriera. Eravamo oltre cento iscritti, e gli organizzatori erano entusiasti della partecipazione massiccia per una prima edizione.
Ritiro pettorali e pacco gara con t-shirt e una forma tonda di “pane di Triora” fatto ancora oggi secondo un'antica tradizione, con la quale stasera mi preparerò un gustoso “pan bagnau” farcendo il pane con pomodoro, acciughe in salamoia, cipolla, cetriolo, sale e olio, lasciandolo ammorbidire per un'oretta circa prima di assaporarlo, in modo da consentire ai liquidi di pomodoro, cetriolo e l'olio di impregnare la mollica del pane.
Comunque torniamo alla gara. Partenza alle nove, e siamo tutti schierati sotto lo striscione (quello della foto). Altitudine 460 m. Attraversiamo due volte il torrente Argentina; la prima sul ponte stradale, e dopo aver percorso qualche centinaio di metri, scendiamo in un sentierino ripido che ci porta al secondo attraversamento sul ponte medievale in pietra. Poi, passaggio nel centro abitato di Molini tutti in fila indiana con gli abitanti che ci guardavano curiosamente. Mentre scorrevamo lungo la via principale c'era una mamma con due bimbi piccoli che stava spiegando loro che “...quei signori e quelle signore, correranno per un'ora e mezza!”. In quel momento correvo di fianco ad una ragazza; ci siamo guardati e ci siamo detti: “Magari ci mettessimo solo un'ora e mezza!”. Neanche il tempo di riderci sopra e passiamo dalla strada asfaltata al sentiero che ci porta a costeggiare e superare il torrente Capriolo, e dopo aver attraversato un parco giochi per i bambini ci infiliamo sotto una fitta vegetazione e formiamo una fila indiana avanzando a fisarmonica a seconda delle asperità che incontriamo sul sentiero. Fortunatamente il ritmo non è elevato, i “primi” sono già più avanti, e si può godere anche dello scenario naturale alternando fasi di corsa a tratti al passo nei punti più ripidi. Il sole fatica a filtrare attraverso i fitti rami che ci garantiscono un bel fresco. Odori di sottobosco, timo, rosmarino, nei punti più aperti piante di fichi che profumano del dolce odore dei frutti... Dopo circa mezz'ora di cammino attraversiamo un piccolo guado e ricevo un messaggio da una persona speciale, che anche da lontano riesce ad essermi vicino. Poi un tratto di sentiero in pieno sole, con vista eccezionale sulla vallata sottostante, che ci ha permesso di raggiungere il paesino di Corte (alt. 670 m.). Una ripida discesa in mezzo ai “carugi” (vicoli) del paese ci fa di nuovo scendere di quota, e il pensiero va immediatamente alla prossima salita, ma ad un certo punto scorgo sulla porta di una casa una signora che gentilmente offriva ai partecipanti alla gara un cioccolatino per rinfrancarsi un po'. Ho scoperto poi all'arrivo che si trattava della vicina di colui che ha studiato e tracciato il percorso della gara che ha voluto collaborare alla buona riuscita della manifestazione.
Passato Corte si vedevano, sulla collina alla nostra sinistra, le case di Triora, il paese che avremmo dovuto raggiungere intorno al 19° km che sembravano vicinissime, ma la strada da percorrere era ancora molta, e molta in salita. Adesso ci siamo immessi in una strada dal fondo sterrato, molto ben tenuta e percorribile tranquillamente anche in mountain bike, ma la differenza tra sentiero e strada è che il primo non da una visione chiara dei dislivelli e si cela sempre dietro una curva, un'ansa di una collina, la seconda invece si presenta in bella vista, con una visibilità di 100, 150 metri davanti agli occhi e con una percezione piuttosto chiara della pendenza. In più con ampi tratti esposti al sole e con parecchi tornanti. A fine gara quando ho parlato con un amico di quel tratto, che secondo me è stato il più duro, soprattutto psicologicamente, lui mi ha chiesto se mi ero voltato indietro a guardare e gli ho risposto di no. Lui mi ha detto: “Io sì” e vi posso garantire dall'espressione del suo viso che ho fatto bene a non voltarmi!
Adesso si sale, ma per fortuna arriviamo al primo ristoro, Case Vignago (alt. 1059 m.). Fette con marmellata, tè freddo, integratori e bustine di marmellata, o forse era miele e banane. Pausa, e qualche parola con Gigi, che ho conosciuto alla partenza e che rivedrò alla Via dei Lupi, con cui ho condiviso tutta la prima parte della gara.
Si riparte e si continua a salire, nonostante ogni volta incontrassimo i volontari a segnalare i bivi, tutti ci dicevano che ormai la salita era finita. Dopo il secondo ristoro in località Goina, luogo anticamente deputato a riti di stregoneria, che hanno fatto diventare Triora il paese delle streghe (si può visitare il museo loro dedicato con molti documenti sull'inquisizione e sulle tecniche di tortura e uccisione di donne erroneamente indicate come tali), siamo giunti al punto più alto. Di qua, comincia un sentiero spettacolare che accompagna le sporgenze e le rientranze delle colline con continue curve a destra e a sinistra. Fondo ricoperto di foglie e morbido a causa delle piogge delle ultime settimane e fresco sono stati due argomentazioni che mi hanno permesso di lasciarmi andare in discesa e di godermi questo pezzo ad una discreta velocità. Il sentiero poi si è ritrasformato in strada sterrata, alternando tratti di discesa a leggere salite che a volte affrontavo “al passo” per risparmiare energie per il tratto finale. Ho approfittato di tutte le fontane che si presentavano durante il cammino per bere e rinfrescarmi viso, braccia e gambe. Ad un certo punto vedo a circa cento metri di distanza una rampa in salita piuttosto ripida, e man mano che mi avvicino diventa sempre più lunga, fino a quando un volontario dell'organizzazione mi fa intendere che invece di salire avrei dovuto scendere da un sentiero che rimaneva celato fino all'ultimo. Fondo erboso e vista sulla vallata con un punto di vista particolare dato da due panchine disposte verso valle sotto a due alberi che le riparavano dalla luce del sole, e poco più avanti le case di Triora (alt. 765 m.). All'ingresso in paese un ragazzino mi annuncia trionfante che mancano soltanto più due chilometri, e costeggiando l'abitato vengo deviato verso la casa delle streghe (la “cabotina”) e poi ancora in un tratto di mulattiera ombreggiata piena di tornanti stretti che devo affrontare con molta cautela, per non rotolare di sotto. L'ultima asperità è data da un tratto di asfalto in leggera salita in pieno sole che percorro camminando per poi buttarmi giù a rotta di collo nell'ultimo tratto di mulattiera dove raggiungo pure altri tre concorrenti. I polpacci cominciano ad averne abbastanza, e comunque mi consentono di arrivare al traguardo tra gli applausi dei presenti.
Dopo aver bevuto ed esserci fatti una doccia, ci siamo recati al pranzo, compreso nell'iscrizione, con pasta al sugo, arrosto e pomodori, budino al cioccolato, pane e salame, acqua, vino e birra, per assistere poi alla cerimonia di premiazione.
Sono felice di aver partecipato, e di poter dire che, nonostante apprezzi sempre l'organizzazione francese, anche noi italiani siamo in grado di ben figurare. Naturalmente ci sono stati alcuni di quelli che vivono con il gps al polso che hanno detto che il percorso era più lungo, e che l'altimetria era sbagliata, ma io non me ne sono accorto.
Volevo fare i miei complimenti a tutti per la serietà, disponibilità e per l'ambiente cordiale e allegro.
Buone corse a tutti e alla prossima.
Pier.



22/06/2011


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