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Courir pour une fleur – 3 ottobre 2010 – Juan Les Pins (Francia)

Trentunesima edizione di questa corsa che percorre le strade del Cap d'Antibes, partendo e arrivando nella cittadina di Juan Les Pins, nel cuore della famosa Côte d'Azur.
Mi sono iscritto on-line nell'ultima settimana, così non ho fatto in tempo a segnalare questa corsa sul sito di Happy Runner, e ora approfitto per descrivervi le mie impressioni.
Chi avrà già letto altri miei racconti, saprà che sono un assiduo frequentatore delle gare transalpine, sia perchè abito vicino al confine con la Francia, sia perchè i nostri “cugini” d'oltralpe hanno uno spirito particolare, e una passione nell'organizzazione degli eventi sportivi. Non è la prima volta che partecipo a questa “Correre per un fiore”, e il fatto che sia tornato parecchie volte “sul luogo del delitto” significa che mi piace particolarmente.
Non ho potuto ritirare il pettorale al sabato, come sono solito fare, perchè ho un problema alla macchina, che non mi permette di percorrere più di tanti chilometri, ma spero di risolvere questo guaio meccanico nell'arco della prossima settimana. Così domenica mattina sveglia molto presto: 4:15, colazione, e poi in macchina fino alla stazione di Ventimiglia, dove alle 6 c'è il treno che mi porterà a Juan Les Pins, con coincidenza a Montecarlo. La temperatura è buona e sul treno c'è l'aria condizionata (un po' come su certi treni locali italiani!). Il viaggio dura poco più di un'ora e mezza; il treno ferma a tutte le fermate, e io inganno il tempo leggendo un libro. Fuori è ancora buio, e non si può godere delle splendide vedute, dato che la ferrovia corre a pochi metri dalle spiagge e dal mare, ma quando siamo quasi arrivati a destinazione, posso ammirare una splendida alba con il sole che si fa coraggiosamente spazio tra qualche nuvola. Tutto si tinge di un colore non ben definito tra il rosa e l'ambra. Siamo ormai ad Antibes, e la prossima fermata è la mia.
Per fortuna la stazione dista soltanto alcune centinaia di metri dalla famosa Pineta di Juan Les Pins, dove da molti anni in estate si svolge un importante festival jazz che si chiama “Jazz a Juan”. Qui c'è il ritrovo, con consegna pettorali, deposito sacche, camion palcoscenico con due speaker che allietano i primi arrivati e i numerosi bambini accompagnati dai genitori che si potranno misurare in tre diverse competizioni a seconda dell'età. 800 metri per i più piccoli, poi 1 chilometro e 2 chilometri. Alle 10 partirà quella che qua definiscono la “course des As” (corsa degli Assi), che in realtà comprende due gare, una 10 km e una 20 km; rispettivamente un giro e due giri.
Io ho tutto il tempo di ritirare il mio pettorale, applicarlo alla canottiera con le quattro clips che mi hanno regalato all'ultima gara che ho fatto (Bandol classic – giugno 2010) e andarmi a vedere le corse dei bimbi. Pur essendo piuttosto presto (circa le 9 del mattino) ci sono già un mucchio di persone lungo il percorso che fanno il tifo per i tanti mini atleti che ce la mettono proprio tutta e arrivano al traguardo stremati, stile Dorando Pietri! Finite le tre gare consegno la borsa e procedo al riscaldamento costeggiando le spiaggette di sabbia. Corsetta lenta, stretching, qualche allungo e quando arrivo nella zona ritrovo, c'era il riscaldamento collettivo con tanto di fitness trainer sul palco che coordinava i movimenti e gli esercizi a tempo di musica, ma ormai è ora di andarsi a piazzare alla partenza.
La giornata è molto bella, il cielo è terso e la temperatura supera i 20 gradi (forse anche troppo calda) e siamo tutti qui che fremiamo nell'attesa del colpo di pistola dello starter. Solita processione per i primi 100-200 metri (tra 10 e 20 km siamo quasi 4000) e poi via verso la strada che ci porta in direzione di Antibes, serpeggiando tra le numerose baie e promontori della costa del Cap D'Antibes. Perdo i segni del 1° e del 2° chilometro a terra; troppe gambe, ma conoscendo il percorso so che arrivati alla prima rampa di salita non manca molto al terzo, che infatti arriva; un'occhiata al cronometro: 13' 35'', non starò spingendo troppo? Ma no, mi sento bene e vado, tanto tra poco c'è la discesa. É veramente un bello spettacolo: scogli, sabbia, fondali bassi, piccole imbarcazioni ormeggiate, e sulla destra si vedono le isole di Lèrins, due piccole isolette situate nella baia di Cannes, che dista pochi chilometri. Su una di queste, la meno estesa che si chiama Saint Honorat c'è un'abbazia di monaci cistercensi fondata nel 400-410.
Ma torniamo a noi, tra una salita e una discesa siamo già oltre la metà del primo giro, intorno al settimo chilometro, da dove si gira a sinistra e si ritorna verso la partenza con la rampa più dura di tutta la gara; niente di particolare, ma il pensiero comunque va a quando la dovremo affrontare al secondo giro; almeno per noi con il pettorale rosso, quelli con il numero blu, sono a meno di tre chilometri dall'arrivo. Passato l'ottavo, si sale ancora, ma con una pendenza accettabile, e dopo il nono, per la maggior parte è discesa, con alcune curve secche a 90° seguite da piccole rampe in leggera salita. In fondo all'ultima rampa ci sono due “archi” gonfiabili. A destra quello blu con scritto 10 km che segnala la fine dell'agonia per buona parte dei corridori, a sinistra quello rosso che segnala che noi della 20 ne abbiamo ancora per un po', e adesso, anche chi ha affrontato questa avventura per la prima volta, sa a cosa sta andando incontro.
A questo punto più della metà dei runners ha svoltato a destra e di conseguenza noi del secondo giro percorriamo ora il tratto subito dopo la linea della partenza, che è praticamente quasi vuoto. Prima non si sapeva quasi dove appoggiare i piedi per paura di pestare quelli di qualcuno o di inciamparsi e rotolare per terra, ora siamo sgranati in fila indiana e diventa più difficile mantenere l'andatura. A questo punto tiro un po' i remi in barca e prendo il respiro, almeno per qualche minuto, e approfitto a piene mani del ristoro con acqua zollette di zucchero e spicchi di arancia.
Dopo il quattordicesimo, c'è una bella discesa non ripida e corribile, così, mi rendo conto che ne ho ancora e decido di cominciare lentamente il forcing finale. La cosa fortunatamente mi riesce, e molto gradatamente spingo anche nei successivi tratti di salita. Supero parecchi altri runners, e vengo superato a mia volta da altri in rimonta. Spesso effettuo i miei sorpassi in salita, e poi magari vengo risuperato da coloro che erano davanti a me prima della salita quando la strada scende e sento risuonare alle mie spalle i passi pesanti di chi si lascia “rotolare” giù. Dentro di me mi dico: “Non importa quanti ne superi o quanti ti sorpassano, tanto il tempo che fai è lo stesso, sia che ti siano arrivati davanti o dietro!”. E così, armato di questa “filosofia” spiccia passo il diciannovesimo e aumento ulteriormente l'andatura fino all'agoniato traguardo, compiendo l'ultimo chilometro in 3' 56''. (Wow! Proprio non me l'aspettavo!).
É fatta, taglio il traguardo tra due ali di folla festanti e con le pon pon girls che fanno da cornice agli ultimi metri della nostra fatica. 1h 32' 11'' (real time) 1h 32' 54'' (tempo ufficiale). Sono molto soddisfatto. Ora non mi resta che ritirare il tanto guadagnato fiore (una rosa) e poi acqua, una barretta ai cereali, brioches, banane, alcuni dépliant, andare a ritirare la maglietta commemorativa e la mia sacca con asciugamano e vestiti di ricambio asciutti.
Intanto sul palco si stanno svolgendo le premiazioni delle varie categorie con consegna di coppe, bottiglie di spumante (uh! Pardon! Champagne rigorosamente francese!!!). Ad un certo punto viene invitato a parlare al microfono il sindaco di Nizza, nonché ministro per l'industria francese Monsieur Christian Estrosi, anche lui tra i tanti runners di oggi; e alla domanda: “Come fa una persona con tanti impegni come lei a trovare il tempo per allenarsi e partecipare alle gare di corsa?” lui ha risposto che non era più impegnato di tutti quelli che oggi erano qui per correre a Juan Les Pins e ha elogiato tutti i partecipanti, dai vincitori a quelli che dovevano ancora tagliare il traguardo. Tanta gente che incontra quando fa le gare, la incontra anche all'alba che si va ad allenare quando anche lui si sveglia e calza le scarpe da corsa prima di andare al lavoro. L'applauso di tutti i presenti è scattato automaticamente.
L'unica cosa che mi dispiace è di non aver messo il costume da bagno nella borsa, perchè se lo avessi avuto sicuramente mi sarei buttato in acqua per fare una bella nuotata. La giornata era sicuramente adatta. Comunque, visto che non ce l'ho, mi incammino verso la stazione per vedere a che ora c'è il primo treno e così posso rientrare a casa, questa volta godendo della vista sul mare che si apprezza dal finestrino del vagone a due piani (io naturalmente sono al secondo).
Buone corse a tutti.   Pier.



05/10/2010


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