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Ascension Pedestre de la Bonette 2009, 26 Km. dislivello 1660 mt., un’intensa e bellissima gara!
Come l’anno passato eccoci di nuovo qui in mezzo alle belle alpi della Provenza per una gara che ha qualcosa di “mitico”, non per altro essendo la competizione su strada che arriva alla quota più alta d’Europa per un passo transitabile in auto, (non è proprio così: il passo più alto dovrebbe essere lo Stelvio ma la “Francesata” è subito spiegata con un ultimo ripidissimo km bretella che lo supera di qualche metro…. simpatici mangiarane). Comunque la gara è sentita, un ristretto nugolo di partecipanti transalpini ed italiani, circa 260, si da appuntamento qui a fine luglio, quasi un evento per il piccolo paese di Saint’Etienne de Tinee, quota 1140 mt. s.l.m., sede della partenza. Arrivati al sabato si va subito a sbrigare le formalità di iscrizione, che come al solito sono celeri e cordiali da parte dei “cugini”, per la sistemazione bisogna dire che l’offerta alberghiera non è di gran livello, ma siamo runner e ci si adatta a tutto. Al contrario per la cena ci sono diverse valide opportunità e per esperienza personale per chi ha bisogno di pasta può stare tranquillo, viene servita all’italiana ed in quantità, anche perché la nostra influenza si sente: a pochi chilometri al di là del passo della Lombarda siamo in provincia di Cuneo. Dopo una nottata abbastanza tranquilla, sveglia prima delle sei, colazione veloce e si è già tutti insieme a riscaldarci: la partenza alle sette di mattina è fresca e piacevole per chi è abituato a correre presto. Ci sono personaggi di tutti i tipi dal runner classico, pantaloncini e canottiera ai più accessoriati con tanto di camelbag e cinturoni a cartucciera con ogni ben di dio, giovani e meno giovani,… molto meno giovani con grande spirito però e donne agguerrite. Io parto con poco o niente dietro: i ristori sono numerosi e piazzati frequentemente, credo di averne contati una decina. Come al solito alla partenza siamo tutti carichi come dei boiler in pressione e passati i primi duecento metri in piano (quasi gli unici) si comincia già a salire ed i sorrisi e gli incitamenti l’un l’altro affievoliscono sostituiti dal fiato da rompere. I primi chilometri c’è da dire che non sono durissimi, anzi abbastanza scorrevoli, ma bisogna fare attenzione a non partire troppo forte, la gara è lunga ed il peggio deve ancora venire per noi comuni mortali, i top runner sono già a regime sotto i 5 minuti al km. Mi sento bene e per i primi cinque chilometri tengo una buona media passando numerosi concorrenti partiti troppo forte. Si sale, e dopo aver dato un occhio al passaggio delle cascate, un paio di tornanti fanno capire ciò che ci aspetta più avanti. Fino al decimo chilometro a circa una quota di 1650 mt. sl.m. vado tranquillo con il pensiero proiettato al percorso ancora da fare memore della gara dell’anno scorso, i tornanti, passaggio più panoramico e spettacolare mi aspettano insidiosi. Ed eccoli: all’undicesimo e mezzo si fa sul serio, ogni tornata è una conquista e con un occhio si controlla sotto ed è impressionante notare quanto si sale in così pochi metri. A metà gara all’ennesimo rifornimento mi accorgo di qualcosa che non torna: non riesco a mandare giù niente, neanche acqua, solo una sciacquata in bocca. La cosa mi preoccupa un poco per il rimanente della gara, ma continuo a sentirmi bene e vado. Al quindicesimo si superano i duemila metri di altezza e comincio a sentire un po’ di stanchezza ma non mollo, anzi complice un addolcimento della pendenza verso il km. 17 quasi alla fine dei tornanti, supero altri concorrenti in difficoltà. Prossimo rifornimento km. 18 dopo la guarnigione militare abbandonata, un paese fantasma da foto, riprovo a bere: niente da fare e in più arriva una nausea fastidiosissima dovuta penso all’altezza, la fatica e non ultima la spaghettata veramente abbondante la sera prima. Adesso la salita è durissima, fino ad ora non ho smesso di correre neanche ai rifornimenti, come media sotto sempre tra i sei e i sette minuti al km., mi sento già contento così, ma gli incitamenti dello sportivissimo pubblico francese che incontro per strada mi fanno sentire un leone mai domo. Al ventesimo purtroppo qualche decina di metri la devo fare camminando, il punto peggiore e più duro fino ad ora, e lo sguardo comincia ad andare verso l’agognata vetta che sembra li vicina ed invece i chilometri sono ancora sei. Incontro un amico, già ritirato, sul percorso che mi passa dell’acqua, che chiaramente non riesco a bere, che mi infonde un’ulteriore carica per arrivare alla fine (grazie Ale), anche se il pensiero un po’ annebbiato, la nausea persistente e la fatica, mi farebbero propendere di farmi una camminata fino all’arrivo, trovo un rimasuglio di forza e corro fino ai piedi degli ultimi 500 metri, che sinceramente sono inaffrontabili per me adesso: siamo intorno al 15% di pendenza. Il traguardo lo taglio camminando felice e quasi commosso dietro a 74 atleti che hanno condiviso la mia fatica e quella di quelli che arriveranno. La coperta termica sulle spalle un bicchiere di te caldo e guardo il cronometro: due ore e 48 minuti!! Molto meglio di ogni mia più rosea previsione, un pensiero alla mia famiglia che mi sopporta per gli allenamenti, una lacrima di commozione, e vedo arrivare i miei cari amici e compagni di gara anche loro stravolti ma felici di aver concluso un gara bellissima e durissima allo stesso tempo. Finalmente passa la nausea, mi rilasso e la contentezza del risultato la fanno da padroni, si ride e ci si congratula tra di noi mentre passa il secondo non vedente iscritto alla gara con il proprio accompagnatore: ci spelliamo le mani dagli applausi, sia noi che il pubblico, per lui e tutti quelli che arriveranno dopo, fino all’ultimo, ci sarà lo stesso trattamento, forse qualcosa dai francesi dobbiamo impararlo. Si torna nella piazza principale del paese di partenza, noi con un amico con la macchina, gli altri con bus approntati dall’organizzazione, per la consueta birra per brindare. Per la cronaca ha vinto con un tempo impressionante Lorenzo Tricheri di Imperia: un’ora e 58 minuti !!!!!!! record assoluto della gara in 27 edizioni. Alla prossima Bonette, noi ci saremo e chi se la sente venga: è una gara che ti lascia qualcosa dentro.
Antonello Foschi , happy runner!


26/07/2009


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