MOBILITA’ PRE GARA
La storia del riscaldamento – o avviamento motorio che dir si voglia – è lunga e variegata, ma ancora forse non chiara a tutti. Perlomeno non in ogni sua componente. È infatti vero che non tutte le discipline necessitano delle stesse esercitazioni e che all’interno di quel breve tempo dedicato principalmente all’innalzamento della temperatura corporea, con le conseguenze meccaniche e biochimiche che ne conseguono, ci si possa sbizzarrire nelle più varie attività, ma è altrettanto vero che è bene evitare inutili errori.
Novità scientifiche
In questo periodo storico in cui i cambiamenti hanno le stesse velocità e potenza dell’acqua di un fiume in piena, risulta certamente complesso per i non addetti ai lavori – e qui si intendono tecnici e studiosi del gesto sportivo – riuscire ad arginare le novità che arrivano dal mondo della ricerca. E questo vale anche per quel breve spazio dedicato all’avviamento motorio. E all’interno di esso al breve tempo disponibile per gli esercizi di mobilità articolare. Si parla sempre – e a volte a sproposito - di stretching senza riflettere sul fatto che questo rappresenti “una modalità” per il miglioramento della capacità motoria in questione e non “la modalità”. A volte quindi lo stretching va bene altre volte no, a volte serve fare stretching a volte è meglio utilizzare altre metodiche, per non rendere il lavoro inutile se non addirittura per evitare di farsi male. E quest’ultimo è proprio il caso che si presenta oggi a noi.
Sciolti al via
In poche parole: le indicazioni più recenti inseriscono sempre esercitazioni per migliorare flessibilità ed elasticità muscolare nelle fase di riscaldamento, ma lo fanno a scapito dello stretching – modalità statica – a favore di attività dinamiche. Si tratta in sostanza di rinunciare ad allungare i muscoli freddi stirandoli semplicemente per dedicarsi a delle oscillazioni o a delle circonduzioni che hanno effetti leggermente diversi ma certamente più indicati alla situazione. Senza forzare neanche in quest’ultimo caso e inserendo questo tipo di esercizi all’interno di un avviamento motorio ragionato e graduale è possibile ottenere dei risultati importanti di mobilità senza rischiare di danneggiare la muscolatura prima di una gara o di un allenamento. Si, perché sembra proprio che dello stretching a freddo possa, se non far male, quantomeno predisporre la muscolatura non ancora calda a puntino a eventuali traumi nel momento in cui la stessa sia impegnata al massimo. (matteo merati)
26/03/2016
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