Caro Fabio,
nell'autunno scorso, dopo circa due anni di inattività per piccoli problemi fisici, mi sono deciso a programmare una ripresa di attività agonistica per il 2016.
L'ho fatto impegnandomi a seguire un programma di alimentazione controllata che mi ha fatto perdere peso, mi sono fatto costruire un telaio su misura per una bici più "performante" e - dal mese di marzo - seguo un programma di allenamenti con un gruppo di triatleti triestini. Mi sono inoltre impegnato nel sottopormi a visita da un biomeccanico per risolvere piccoli problemi nella fase della corsa ed a rinnovare altro abbigliamento tecnico. Questo solo per evidenziare con quanto entusiasmo avevo programmato il "rientro".
Avevo, inoltre, individuato alcune gare da fare per la stagione in corso (una per ogni mese); la prima era il triathlon sprint di Lignano Sabbiadoro, del 30 aprile u.s..
Non ti dico la delusione nel vedermi escluso dalla partecipazione alla manifestazione per essermi presentato all'ingresso zona cambio con la nuova bici con freni a disco. Per carità qualcuno tra ciclista di fiducia, telaista o A.S.D. con la quale mi alleno, avrebbe dovuto avvisarmi che con la mia nuova "freccia d'argento" non avrei potuto partecipare né a gare di triathlon né a gare ciclistiche.
Questo è il regolamento e ... la legge non ammette ignoranza.
Vorrei solamente contestare, con rabbia, l'ipocrisia di una normativa concepita solo per tutelare gli interessi commerciali di case costruttrici e di squadre professionistiche che devono rispondere a sponsor.
Se ad un triatleta amatore l'attuale regolamento consente la partecipazione alla gara con una mountain bike (freni a disco) non comprendo quale sia il motivo ostativo a partecipare con una bici da strada dotata di medesimo dispositivo frenante.
I tanto sbandierati motivi di sicurezza per l'incolumità degli atleti in caso di cadute, mi sembrano una grande scusa, anche perché nel triathlon raramente si viaggia in gruppo a rischio di "grandi ammucchiate".
Credo che il mio "rientro" avverrà solo al termine della sperimentazione freni disc che da quanto so dovrebbe durare per tutto il 2016.
Grazie per aver sopportato il mio sfogo e ti sarei grato se potessi pubblicare qualcosa al riguardo.
Cordialmente,
Enrico Carella
P.S.: Nella circostanza ho avuto la solidarietà di atleti croati che mi hanno invitato a manifestazioni sportive nel loro Paese dove, mi è stato detto, che il divieto freni disco non esiste o non viene applicato.
nell'autunno scorso, dopo circa due anni di inattività per piccoli problemi fisici, mi sono deciso a programmare una ripresa di attività agonistica per il 2016.
L'ho fatto impegnandomi a seguire un programma di alimentazione controllata che mi ha fatto perdere peso, mi sono fatto costruire un telaio su misura per una bici più "performante" e - dal mese di marzo - seguo un programma di allenamenti con un gruppo di triatleti triestini. Mi sono inoltre impegnato nel sottopormi a visita da un biomeccanico per risolvere piccoli problemi nella fase della corsa ed a rinnovare altro abbigliamento tecnico. Questo solo per evidenziare con quanto entusiasmo avevo programmato il "rientro".
Avevo, inoltre, individuato alcune gare da fare per la stagione in corso (una per ogni mese); la prima era il triathlon sprint di Lignano Sabbiadoro, del 30 aprile u.s..
Non ti dico la delusione nel vedermi escluso dalla partecipazione alla manifestazione per essermi presentato all'ingresso zona cambio con la nuova bici con freni a disco. Per carità qualcuno tra ciclista di fiducia, telaista o A.S.D. con la quale mi alleno, avrebbe dovuto avvisarmi che con la mia nuova "freccia d'argento" non avrei potuto partecipare né a gare di triathlon né a gare ciclistiche.
Questo è il regolamento e ... la legge non ammette ignoranza.
Vorrei solamente contestare, con rabbia, l'ipocrisia di una normativa concepita solo per tutelare gli interessi commerciali di case costruttrici e di squadre professionistiche che devono rispondere a sponsor.
Se ad un triatleta amatore l'attuale regolamento consente la partecipazione alla gara con una mountain bike (freni a disco) non comprendo quale sia il motivo ostativo a partecipare con una bici da strada dotata di medesimo dispositivo frenante.
I tanto sbandierati motivi di sicurezza per l'incolumità degli atleti in caso di cadute, mi sembrano una grande scusa, anche perché nel triathlon raramente si viaggia in gruppo a rischio di "grandi ammucchiate".
Credo che il mio "rientro" avverrà solo al termine della sperimentazione freni disc che da quanto so dovrebbe durare per tutto il 2016.
Grazie per aver sopportato il mio sfogo e ti sarei grato se potessi pubblicare qualcosa al riguardo.
Cordialmente,
Enrico Carella
P.S.: Nella circostanza ho avuto la solidarietà di atleti croati che mi hanno invitato a manifestazioni sportive nel loro Paese dove, mi è stato detto, che il divieto freni disco non esiste o non viene applicato.
04/05/2016
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Enzo Montemurro (09-05-2016 16:04)
Ciao Enrico, purtroppo riporto un aggiornamento non in linea con le tue attese. Circa a metà aprile l’ UCI ha sospeso in test sui freni a disco in competizione. Questo, a quanto pare, su espressa richiesta di atleti e squadre, a seguito dell’incidente occorso a Francisco Ventoso durante la Paris-Rubaix. Durante tale incidente, il corridore avrebbe riportato ferite dovute proprio a dischi. Come vedi ho usato tutti i condizionali del caso. In rete si possono reperire approfondimenti sulla questione. Se ti può essere di "consolazione", a Bardolino l'anno scorso sono stati respinti atleti poichè invece del body intero indossavano top+pantalone. In qualche modo qualcuno ci ha messo una pezza, acquistando un body al volo agli stand, o riuscendo a farsene prestare uno. Forse (potrei confondermi con un altra gara), proprio per problemi di freni a disco uno sponsor ha prestato un paio di biciclette.